Arci visiterà i centri di Milano e Roma

Nel quadro della campagna lanciata dalla rete Migreurop ‘Per la trasparenza nei luoghi di detenzione per stranieri’, tra il 30 gennaio e il 7 febbraio prossimi, parlamentari nazionali ed europei e rappresentanti della società civile visiteranno centri in Italia, Spagna, Portogallo, Belgio e Francia. In Mauritania, dove è in funzione un centro di detenzione finanziato dall’Europa, si sta organizzando una giornata di sensibilizzazione.

Venerdì 30 gennaio, l’Arci, membro fondatore della rete Migreurop, promuove visite nel CIE-CARA di Via Corelli a Milano, dove una delegazione entrerà alle 14 insieme al Consigliere regionale Luciano Muhlbauer, e nel CIE di Ponte Galeria a Roma, alle 12, con l’europarlamentare Pasqualina Napoletano.

Subito dopo l’adozione della direttiva ‘rimpatri’ che sdogana la detenzione generalizzata degli stranieri, le autorità italiane hanno deciso di estendere da 2 a 18 mesi la durata massima della detenzione dei migranti in attesa di espulsione. A metà gennaio, il Ministro Maroni ha dichiarato di voler trasformare l’isola di Lampedusa in un enorme carcere in cui trattenere i migranti in attesa di procedere a rimpatri collettivi. La protesta della popolazione dell’isola e la disperazione dei migliaia di migranti ‘evasi’ dal centro testimoniano l’inumanità e l’impraticabilità di questa soluzione.

In Francia, le modalità di accesso delle associazioni nei centri sono state recentemente rimesse in discussione, anche grazie alle denunce della stampa sulle condizioni indegne in cui sono costretti i migranti nel centro de ’île de Mayotte’. In Belgio, un gruppo di migranti ha recentemente dato il via uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione.

Questi eventi, come quelli di Lampedusa, provano che la detenzione amministrativa come modalità di gestione delle migrazioni è incompatibile con il rispetto dei diritti fondamentali. Numerosi rapporti e inchieste lo confermano. Nonostante ciò, in nome della lotta all’immigrazione irregolare e con il pretesto di rispondere alle attese dell’opinione pubblica, nel quadro di una discutibile armonizzazione europea si sta erigendo la detenzione a sistema.

Nella Risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’UE adottata lo scorso 14 gennaio, il Parlamento europeo esprime preoccupazione per la moltiplicazione del numero di centri di detenzione per stranieri negli Stati Membri e alle loro frontiere e per le frequenti violazioni dei diritti umani che sono regolarmente denunciate. Il Parlamento chiede che l’accesso ai centri delle ONG specializzate nella protezione dei diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo sia garantito, che un organo di controllo indipendente monitori a livello europeo il loro funzionamento e che sia presentato un rapporto annuale di analisi della situazione delle persone detenute sotto l’autorità degli stati membri, all’interno o all’esterno delle loro frontiere.

Che nei campi per stranieri siano violati i diritti fondamentali sta diventando quindi denuncia diffusa e condivisa. Per non lasciare che su di essi cali il silenzio Migreurop ha lanciato la sua campagna. Le associazioni, le cittadine e i cittadini hanno il diritto e il dovere di sapere cosa avviene in quei luoghi. I migranti non vanno lasciati soli.

29 gennaio 2009

Per informazioni sulle iniziative in Italia: Alessandra Capodanno 0641609217; capodanno@arci.it

Contatti europei: contact@migreurop.org +33 143148481 o +33 153278781