Respingimento illegale di 500 migranti in Libia : l’UE deve condannare le autorità italiane

Comunicato stampa

Comunicato Stampa congiunto delle reti Euro Mediteranean Human Rights Network (EMHRN) e Migreurop

Definendo ‘svolta storica’ il respingimento in Libia di 227 migranti intercettati dalla Marina italiana nello stretto di Sicilia il 6 maggio, e di altri 240 il 10 maggio, il Ministro dell’Interno italiano, Roberto Maroni, non si sbaglia. Tuttavia, contrariamente a quanto affermato dal Ministro, non si tratta affatto di un passo avanti nella lotta contro l’immigrazione clandestina. Questa vicenda è la prova che l’Italia ha voltato le spalle ai principi democratici e ai suoi obblighi in materia di diritti fondamentali.

Già nel 2004 e nel 2005, l’Italia ha effettuato espulsioni di massa verso la Libia di centinaia di migranti sbarcati sull’isola di Lampedusa, incorrendo in una solenne condanna del Parlamento europeo, “vivamente preoccupato per la sorte di centinaia di richiedenti asilo (rimpatriati verso un paese) non firmatario della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato, privo di un efficace sistema di tutela del diritto d’asilo, di garanzie per i diritti dei rifugiati, che pratica arresti arbitrari, detenzione ed espulsione.”

Quattro anni dopo, la situazione dei rifugiati e dei migranti in Libia non è cambiata. Violenze, maltrattamenti, stupri, torture e deportazioni sono sempre all’ordine del giorno e la Libia non ha ancora firmato la Convenzione di Ginevra. All’inizio di maggio un video diffuso dalla stampa italiana ha mostrato militari libici minacciare con le armi migranti per impedirgli di prendere il largo in direzione di Lampedusa. Si tratta di un sinistro esempio dell’applicazione del “trattato di amicizia” stipulato tra Italia e Libia nell’autunno 2008.
Ad essere cambiato è il ruolo affidato alla Libia dall’Unione europea nella lotta contro l’immigrazione illegale. Reintegrata in seno alla comunità internazionale dopo anni di allontanamento per fatti di terrorismo, “la Libia ha il potenziale per diventare un partner chiave dell’UE nel Mediterraneo e in Africa”. Sono parole della Commissaria europea incaricata delle relazioni esterne che, nel quadro dell’esternalizzazione delle politiche migratorie europee, a febbraio ha offerto alla Libia 20 milioni di euro per aiutarla a controllare le sue frontiere. Di fatto, la Libia rappresenta un paese chiave per gli interessi UE, non solo per le risorse del sottosuolo - gas e petrolio -, ma anche per posto che occupa nelle rotte migratorie verso l’Europa e sa come monetizzare questo ruolo. 20 milioni per poter rinviare donne, uomini e bambini in cerca di protezione verso i campi libici?

L’Unione europea ha la possibilità di non rendersi complice di questa nuova tappa della guerra ai migranti: Euro Mediteranean Human Rights Network (EMHRN) e Migreurop si aspetta dalla Commissione europea una ferma condanna di questi rinvii contrari al diritto europeo ed internazionale e l’impegno ad avviare una procedura giudiziaria contro le autorità italiane. L’UE, che ha firmato la Carta dei diritti fondamentali, deve anche rinunciare a ogni accordo migratorio con paesi che violano apertamente i diritti umani.

Contatti :

Euro Mediteranean Human Rights Network (EMHRN):
Chadi Sidhom : +32 486 96 86 13

Migreurop : Claire Rodier : +33 1 43 14 84 81-contact@migreurop.org

Sara Prestianni : +33 1 536 27 87 81-contact@migreurop.org