Campagna di visite parlamentari 2013

Analisi delle principali osservazioni e rapporto delle visite

La campagna di visite parlamentari nei luoghi di detenzione per stranieri è stata lanciata il 24 aprile scorso al Parlamento europeo [1] .

Per tre mesi, parlamentari europei e nazionali si sono mobilitati esercitando il loro diritto di visita (garantito dai testi legislativi) al fine di rafforzare la vigilanza civica su queste strutture, sottolineare la necessità di trasparenza e dare visibilità alle problematiche legate alla detenzione degli stranieri. L’obiettivo di queste visite è di incoraggiare l’evoluzione delle legislazioni nazionali ed europee nel senso del rispetto per i diritti dell’uomo.

Queste visite sono state organizzate insieme ad attori della società civile, ONG e giornalisti, in sostegno alle rivendicazioni della campagna « Open Access Now » promossa dalle reti MIgreurop e Alternative Europee.
In totale, è stato possibile visitare 21 luoghi di detenzione in Belgio, a Cipro, in Francia, Italia, Spagna e Libano.

Da vent’anni la detenzione dei migranti e dei richiedenti asilo aumenta incessabilmente nell’Unione europea (UE) e alle sue frontiere meridionali ed orientali. Tra il 2000 ed il 2012, il numero di luoghi di detenzione censiti da Migreurop nei paesi dell’UE e alle sue frontiere è passato da 324 a 473 [2] . Ogni anno circa 600 000 stranieri sono privati della loro libertà sul territorio dell’Unione a dei fini di “gestione migratoria”.
Mentre il rapporto di valutazione della Commissione europea sulla trasposizione della Direttiva “Rimpatri” [3] è atteso per fine 2013, questa campagna di visite mostra che le condizioni di detenzione di queste popolazioni designate come “indesiderabili” non sempre rispettano i diritti fondamentali. Ne emerge anche la discutibile efficacia del ricorso alla detenzione, spesso presentata come uno degli strumenti chiave della gestione migratoria, rispetto agli obiettivi presunti.

Questi luoghi, dove i migranti sono detenuti soltanto per il mancato rispetto delle regole relative all’ingresso e al soggiorno sul territorio, sono luoghi amministrativi di privazione della libertà. Tuttavia, sebbene non si chiamino carceri, vi assomigliano.
Il carattere quasi impenetrabile di questi luoghi, spesso circondati da filo spinato, ne rende difficile l’accesso per la società civile, i giornalisti e le famiglie dei detenuti, lasciando questi ultimi soli con il loro malessere. Nonostante alcuni progressi, la vigilanza civica che cerchiamo di promuovere resta fortemente ostacolata.

La campagna “Open Access Now” prosegue la sua mobilitazione contro l’opacità di questi luoghi particolarmente propizia alla violazione dei diritti garantiti da testi internazionali ratificati dalla maggior parte dei paesi coinvolti.

In allegato un documento di analisi delle principali osservazioni della campagna ed i report delle visite svolte nei diversi paesi (in francese ed inglese).

8 ottobre 2013

CONTATTI STAMPA:
Alessandra Capodanno (Migreurop) – capodanno@migreurop.org - 0033 1 53 27 87 81(francese, inglese, italiano e spagnolo)
Laure Blondel (Anafé) – laure.blondel@anafe.org - 0033 1 43 67 27 52(francese, inglese)