La campagna “Open Access Now” lascia il campo alla mobilitazione "Close the Camps"

Il 18 giugno 2010 la rete associativa Migreurop ha deciso di prendere posizione contro la detenzione dei/delle stranieri/e [1].

Lanciata nel 2011 [2], la campagna “Open Access Now” ha voluto fare conoscere le realtà invisibili della detenzione, le sue derive e le violazioni dei diritto che ne conseguono. La campagna richiedeva una trasparenza totale ed un accesso incondizionato all’informazione e ai luoghi di privazione della libertà per i/le giornalisti/e e la società civile.

Al fine di sensibilizzare la società civile ed il mondo politico alla detenzione amministrativa delle persone migranti e di esigere un cambiamento delle politiche migratorie in Europa ed altrove, numerose azioni sono state portate avanti dal 2012 al 2015:

  • campagne di visite dei luoghi di detenzione con dei/delle parlamentari nazionali ed europei/e, dei/delle rappresentanti della società civile, dei/delle giornalisti, in coordinamento con le mobilitazioni locali dei/delle cittadini/e
  • realizzazione di strumenti da utilizzare nell’organizzazione di queste visite, per fare conoscere la generalizzazione della detenzione (cartografia dinamica “Close the Camps”, dicembre 2013) e per sensibilizzare sulle violazioni dei diritti all’interno dei luoghi di detenzione (libro “Il volto nascosto dei campi per stranieri in Europa” e comunicati stampa)
  • raccolta di testimonianze di persone (ex) detenute e di visitatori/trici
  • interpellazione dei parlamentari (esempi: interpellazione della Commissione Europea sul bilancio dell’applicazione della Direttiva “rimpatri” in materia di detenzione; interrogazioni parlamentari sull’accesso delle ONG ai centri e alle statistiche relative al loro funzionamento, la durata della detenzione ecc.)
  • organizzazione di incontri, manifestazioni e dibattiti sulla detenzione degli stranieri (l’ultimo in ordine di tempo, la tavola rotonda “Noi abbiamo il diritto di sapere, loro chiedono di essere liberi/e” che si è tenuta al Parlamento Europeo nell’aprile del 2015).

Quale che sia il loro nome [3], i campi di stranieri/e sono diventati uno strumento centrale delle politiche migratorie il cui uso molto ampio è ormai divenuto “normale”.
Tutte le inchieste e i monitoraggi sul terreno portano a constatare che la privazione della libertà, poco importa la forma che questa prende, comporta la violazione dei diritti umani e serve una politica di criminalizzazione degli/delle stranieri/e. Lungi dal diminuire, il numero dei campi aumenta in Europa e al di là delle sue frontiere dove l’UE esporta questo “modello” delegando ad altri paesi la sua politica repressiva.

La “crisi dei /delle rifugiati/e” rivela in realtà una crisi delle politiche migratorie e d’asilo dell’UE. Sul territorio dell’Unione ed in particolare alle sue frontiere, gli accampamenti formali ed informali si sono moltiplicati.
Il grado di privazione della libertà in detti luoghi è variabile, ma le logiche messe in campo sono generalmente simili: rigetto ed emarginazione, selezione e smistamento con l’approccio hotspots, violazione dei diritti fondamentali. Da questi luoghi, le persone costrette ad rimanervi, sono talvolta condotte verso dei campi più specificatamente destinati alla loro espulsione.
Lo scopo principale risiede nel limitare al massimo il numero di coloro che saranno accolti/e in Europa. I luoghi di accoglienza di qualche eletto/a sono al tempo stesso i luoghi della privazione della libertà e dell’espulsione.

Di fronte ad una tale accelerazione, dopo la campagna “ Open Access Now” e per gli anni a venire, Migreurop agirà in maniera prioritaria per la chiusura di tutti i campi per stranieri/e in Europa ed oltre.

La mobilitazione “Close the Camps” avrà come obiettivo quello di decriptare i luoghi di privazione della libertà e le nuove forme della detenzione amministrativa al fine di farli conoscere e di rivendicare politiche diverse.

Le prime azioni di questa mobilitazione sono già in corso e sfoceranno nel 2016 e inizio 2017 con la realizzazione di un’applicazione cartografica interattiva ed on line sui dispositivi nazionali di detenzione, la pubblicazione della sesta edizione della “Carta dei Campi” di Migreurop, la traduzione del sito della cartografia dinamica in arabo e di note di informazione sull’approccio hotspot...

Poichè la questione della detenzione non è mai stata così preoccupante, Migreurop incoraggia i differenti attori della società (parlamentari, Ong, media, cittadini/e) a continuare ad affermare con forza il loro diritto di sapere cosa accade in questi dispositivi, messi in campo a nostro nome, e a denunciare queste politiche e le loro conseguenze [4] per inventarne di nuove, fondate sulla libertà di circolazione.

23 maggio 2016

Info: contact@migreurop.org