Rafforzamento dell’agenzia Frontex: L’UE ancora sorda alle grida d’allarme delle ONG

22 settembre 2016

Con sempre più poteri e un’impunità totale, l’agenzia europea di controllo delle frontiere cambia nome e si vede riconosciuto un mandato rafforzato. L’Unione Europea ha scelto di aumentare le risorse dedicate all’espulsione, al controllo e alle attività di cooperazione al di fuori del proprio territorio, a scapito dei diritti dei migranti e dei rifugiati.

Rafforzando il mandato di Frontex, ora ribattezzata «Guardia Costiera e di Frontiera Europea», l’Unione Europea mostra disinteresse nei confronti dei diritti umani e continua a non affrontare i problemi emersi dal contesto migratorio degli ultimi due anni.

Mentre alle frontiere europee il numero di morti e dei dispersi [1]– molti dei quali necessitano protezione – continua ad aumentare, Frontex potrà ormai dispiegarsi più rapidamente alle frontiere esterne dell’UE per bloccare il passaggio, rendendo il viaggio ancora più pericoloso.

A dispetto delle decisioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e del prinicipio di non-refoulement, l’agenzia potrà trasferire le persone intercettate in porti designati come «sicuri», anche in Paesi non europei.

Infine, l’agenzia potrà cooperare (attraverso operazioni congiunte, condivisione di informazioni) con un numero crescente di Paesi, alcuni dei quali noti per le loro violazioni dei diritti umani [2]. Questo senza alcun controllo da parte del Parlamento Europeo.

Non sono solo i mezzi dell’agenzia a essere rinforzati. Il nuovo mandato diluisce ulteriormente le responsabilità degli Stati Membri e dell’agenzia, con conseguente impunità di quest’ultima. Criticata alla fine di agosto 2016 per l’uso eccessivo e quasi sistematico della forza (compreso l’impiego di armi da fuoco) durante i suoi interventi nel Mar Egeo, Frontex nega qualsiasi responsabilità, scaricandole sulle autorità greche [3]. Al termine di un’inchiesta a livello nazionale, la guardia costiera greca non è stata condannata.

Il meccanismo di denuncia, richiesto fin dal 2012 dalla Mediatrice Europea e instaurato con il nuovo mandato, non è minimamente sufficiente a rendere l’agenzia e/o i suoi operatori responsabili delle loro azioni davanti a una giuria indipendente. Le vittime delle operazioni dell’agenzia continueranno a non poter ottenere risarcimenti.

Dunque, l’agenzia continuerà a minacciare diversi diritti [4]; Raporto Human Rights Watch, « Le Mani sporche dell’UE», nel 2011.: il diritto a lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio, ma anche quello di richiesta d’asilo e di non-respingimento (principio di non-refoulement), senza dimenticare il diritto alla protezione dei dati personali e il diritto a un ricorso effettivo.

Se l’avvallo del rafforzamento del mandato da parte Consiglio dell’UE era prevedibile, l’approvazione del Parlamento Europeo lascia l’amaro in bocca. L’Assemblea Parlamentare riconosce così l’assenza cruciale di controllo democratico su diverse operazioni di Frontex, in particolare quelle organizzate fuori dal territorio dell’UE.

L’agenzia Frontex è il simbolo e il braccio attivo delle politiche europeee di chiusura delle frontiere. Per questa ragione le organizzazioni che partecipano alla campagna Frontexit chiedono l’eliminazione di questa agenzia per promuovere invece una politica che rispetti i diritti fondamentali, in particolare il “diritto di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio”.

Europe is at war against an imaginary enemy
www.frontexit.org