Libertà per Hamza Haddi e Mohamed Haddar

L’Unione Europea deve fermare l’incarcerazione di rifugiati*e e migranti

Dichiarazione di solidarietà

Esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di Hamza Haddi e Mohamed Haddar, attualmente in custodia cautelare a Komotini, Grecia, e che stanno affrontando pene detentive sulla base di accuse di “traffico illegale” erronee e arbitrarie.

Hamza Haddi e Mohamed Haddar sono cittadini marocchini fuggiti dal loro paese d’origine in cerca di protezione e di migliori condizioni di vita. Hamza Haddi è un noto attivista che vuole ottenere asilo politico in Europa, perché in Marocco è stato vittima di persecuzioni a causa del suo impegno durante la Primavera Araba e nell’associazione marocchina per i diritti umani AMDH. È stato imprigionato tre volte e, insieme alla sua famiglia, costantemente preso di mira e intimidato dalle autorità marocchine.

Con la crescente chiusura delle frontiere e l’impossibilità, per i*le rifugiati*e, di accedere all’Europa e richiedere asilo, Hamza e Mohamed sono stati costretti a imbarcarsi e rischiare la propria vita su un’imbarcazione di fortuna. Hamza, fuggito dal Marocco con il fratello Yassine, ha incontrato Reda e Mohamed in Turchia. I quattro hanno trascorso solo alcuni giorni in questo paese prima di tentare, nel luglio del 2019, la traversata del fiume Evros, che marca il confine tra la Turchia e la Grecia.

Giunti in Grecia Hamza, Yassine, Reda e Mohamed sono stati arrestati dalla polizia di confine. Hamza Haddi e Mohamed Haddar sono stati accusati di traffico illegale di due persone – una delle quali è lo stesso fratello di Hamza, Yassine! - e sono attualmente sotto processo.

Le accuse contro Hamza e Mohamed sono chiaramente infondate. Sono rifugiati, non trafficanti.

Il loro compagno Reda è stato costretto a firmare una testimonianza che viene usata per accusare Hamza e Mohamed di essere trafficanti. Ma Reda, che non sa né parlare né leggere in greco, ha confermato in seguito che il documento scritto non corrisponde alla sua dichiarazione.

Da luglio 2019 Hamza e Mohamed sono stati tenuti in custodia cautelare in Grecia e ora rischiano di dover scontare più di dieci anni di carcere ciascuno. Tutto ciò in base a una testimonianza firmata sotto pressione e senza un*’ interprete.

Chiediamo il loro rilascio immediato!

Purtroppo il caso di Hamza e Mohamed non è un caso isolato, ma è paradigmatico per la politica europea di chiusura dei confini e di deterrenza.

Mentre i*le supporter europei*e o i*le cosiddetti*e “difensori*difenditrici dei diritti umani” come ad esempio Carola Rackete o la iuventa10 hanno recentemente ricevuto una grande attenzione e supporto dopo essere stati*e vittime di una crescente criminalizzazione, le informazioni e il supporto per coloro che non sono in possesso di un passaporto europeo – ma che affrontano esattamente lo stesso tipo di accusa – scarseggiano. Tuttavia sono loro a costituire la maggioranza dei*delle detenuti*e e degli*delle imprigionati*e in Italia e in Grecia sulla base di presunto “traffico” e presunto “aiuto illegale all’immigrazione”. Arrestati*e immediatamente al momento dell’arrivo, molti*e di loro scompaiono senza che nessuno se ne accorga e senza poter fare affidamento a una qualsiasi forma di supporto esterno.
Queste violazioni dei diritti umani si basano sulla legislazione greca, che considera ogni persona priva di documenti che fa ingresso in Grecia alla guida di un veicolo alla stregua di un*a trafficante.

Gli arresti – così come i processi – sono arbitrari: l’accusa di essere un*a trafficante da parte degli*le ufficiali della polizia possono essere rivolte alla persona che tiene il timone per manovrare l’imbarcazione, alla persona che ha comunicato alla guardia costiera la richiesta d’aiuto o anche semplicemente a una qualsiasi persona che parli inglese. In Grecia un processo dura in media solo 30 minuti, portando in regola a una sentenza di 44 anni e sanzioni superiori a 370.000 euro. I*Le sospettati*e hanno normalmente un accesso limitato all’assistenza legale, poiché la maggior parte di essi si affida a difensori o difenditrici d’ufficio. Le voci degli osservatori e delle osservatrici sono preoccupate per la “sconvolgente mancanza di processi approfonditi” e rilevano che i giudizi vengono pronunciati nonostante la mancanza di prove e con traduzioni di scarsa qualità.

Con questa dichiarazione vogliamo esprimere la nostra solidarietà con Hamza Haddi e Mohamed Haddar – così come con tutte le persone criminalizzate e private dei loro diritti fondamentali in quella che l’Unione Europea definisce la battaglia contro il traffico clandestino. Facciamo appello a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, affinché condannino l’applicazione arbitraria di leggi anti-traffico contro persone che hanno la sola colpa di attraversare delle frontiere. Denunciamo lo sfruttamento della situazione vulnerabile dei*delle richiedenti asilo da parte degli stati membri dell’UE, lasciandoli*e senza mezzi per potersi adeguatamente difendere da soli*e.

Insieme al comitato di supporto per Hamza Haddi e Mohamed Haddar chiediamo:

- l’immediato rilascio di Hamza Haddi e Mohamed Haddar.
- che vengano ritirate tutte le accuse contro di loro e che venga riconosciuta la loro innocenza.
- che venga riconosciuta la domanda d’asilo presentata da Hamza e che il suo asilo venga garantito.
- la regolarizzazione della situazione di Hamza e Mohamed e la libertà di movimento per tutti*e.

Inoltre chiediamo:

- la libertà per tutti*e coloro che stanno soffrendo lo stesso destino, imprigionati*e in carceri greche o italiane e la cui sola colpa è quella di essere alla ricerca di una vita migliore.
- un cambiamento nelle leggi greca e italiana, al fine di rimuovere le basi legali per questi arresti e queste condanne arbitrari/e.

  • ADIF Associazione diritti e frontiere, Fulvio Vassallo Paleologo, Italy
  • Adopt a Revolution
  • Alarm Phone Watch the Med
  • Prof. Dr. Annita Kalpaka, University Hamburg
  • Antina Plath, Initiative Schwarze Menschen in Deutschland, Germany
  • ARCI Porco Rosso, Palermo
  • Prof. Dr. Astride Velho, Germany
  • Borderline-europe e.V., Germany
  • Borderline Sicilia Onlus, Italy
  • Carola Rackete
  • Centre for Peace Studies, Zagreb
  • Clandestina Thessaloniki, Greece
  • Christian Peace Maker Team Lesvos, Greece
  • Délinquants solidaires, France
  • Demokratische Juristinnen und Juristen e.V., Germany
  • Deportation Monitoring Aegean, Greece
  • Esc-Infomigrante, Rome
  • European Civic Forum, Switzerland
  • European Democratic Lawyers
  • Avocats Européens Démocrates
  • Harald Bauder, Ph.D., Ryerson University Canada
  • Il Comitato di Base No Muos di Palermo, Italy
  • Institute of Race Relations, Anya Edmond-Pettitt, United Kingdom
  • Iuventa10
  • Judith Gleitze, borderline-europe, Palermo
  • Kontakt- und Beratungsstelle für Flüchtlinge und Migrant*innen e.V., Germany
  • FASTI, Fédération des associations de solidarité avec tou-te-s les immigré-e-s, France
  • L’Association Marocaine Des Droits Humains, Morocco
  • Loubna Messaoudi, CEO Founder BIWOC* Rising, Berlin
  • Marie Amoyi, Initiative Schwarze Menschen in Deutschland, Germany
  • Migreurop, France
  • Mediale pfade, Germany
  • Mobile Info Team, Greece
  • Münchner Flüchtlingsrat, Germany
  • Observatory of Solidarity, Milan
  • Pateras de la vida, Maroc
  • Refugee Law Clinic Berlin, Germany
  • Republikanischer Anwältinnen- und Anwälteverein, Germany
  • Rete Antirazzista Catanese, Italy
  • Sea-Watch, Germany
  • Seán Binder
  • Seebrücke, Germany
  • Solidarité sans frontières, Switzerland
  • Solidarity Watch, Belgium
  • Statewatch, United Kingdom
  • TPC Maison Solidaire, France
  • You Can’t Evict Solidarity, Germany

Vieni ad assistere al processo di Hamza e Mohamed il 4 febbraio 2020 a Komotini, in Grecia!

Fai una donazione per la loro difesa legale: https://www.lepotsolidaire.fr/pot/94duqw1k

Per ulteriori informazioni puoi documentarti qui:
Comitato di supporto per Hamza Haddi and Mohamed Haddar
Dal sito “Deportation Monitoring Aegean” (Monitoraggio delle deportazioni nell’Egeo), vedi articolo sulla Guerra contro il traffico illegale e l’incarcerazione delle persone marginalizzate: "The war against smuggling - incarceration the marginalized"