Il governo italiano, sostenuto dall’insieme degli Stati dell’Unione europea (UE), ha compiuto un ulteriore passo avanti nella guerra ai migranti, attaccando le ONG che tentano di salvarli nel Mediterraneo.
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Non soccorrere e lasciar morire : i movimenti identitari alla riscossa della politica europea di controllo delle frontiere
“Collusione con i trafficanti”, creazione di “un fattore di attrazione”, “mettere in pericolo le persone migranti”: da diversi mesi, le ONG che intervengono nel Mediterraneo per salvare vite umane sono diffamate ed attaccate, dalla giustizia italiana, dall’agenzia europea Frontex e, da ultimo, dall’estrema destra europea.
Alla fine del 2016, l’agenzia Frontex e il consorzio militare europeo Euravfor Med hanno aperto il ballo delle critiche, accusando, in due rapporti interni, le ONG di collusione (...)Il naufragio del diritto d’asilo. Pressioni intollerabili sulla Tunisia
Le autorità tunisine sono oggetto di pressioni intollerabili da parte dell’Italia e della Germania. Nell’arco di una settimana hanno dovuto rispedire al mittente le proposte avanzate, prima dai responsabili tedeschi e poi da quelli italiani, in merito al rinvio verso la Tunisia di migranti e rifugiati. Le questioni di sicurezza interna sembrano costituire il perno dei termini di cooperazione imposti alla Tunisia su un campo che, tuttavia, è ben diverso: il diritto d’asilo.
Obbligare la (...)L’Unione europea non può abolire l’inverno: deve porre fine alla politica criminale degli hotspots!
Da che momento in poi l’omissione di soccorso diventa un crimine? Che numero di morti qualifica un crimine contro l’umanità? Questi gli interrogativi che ci si pone da lungo tempo in riferimento alle migliaia di persone che, in mancanza di canali di accesso legali all’Unione europea (UE), muoiono nel Mediterraneo. Oggi, la situazione ogni giorno più grave dei profughi intrappolati nel freddo glaciale dei campi greci e delle "rotte dei Balcani" chiama direttamente in causa le scelte dell’UE in (...)
Un’Europa unita contro i rifugiati
Per molti osservatori, la politica dell’Unione europea (UE) sarebbe caratterizzata da una divergenza profonda tra la “vecchia Europa” e il cosiddetto gruppo di Visegrad, composto da Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. La campagna xenofoba di Viktor Orbàn contro la “rilocazione coercitiva di cittadini non ungheresi in Ungheria”, plebiscitata, malgrado la debole partecipazione (40%) al referendum di domenica 2 ottobre, da oltre il 98% dei votanti, sarebbe una prova dell’entità di tale (...)