LAMPEDUSA (Italia): l’Europa non deve aver paura della democrazia in Nord Africa

Migliaia di persone, principalmente cittadini tunisini, sono sbarcate negli ultimi giorni a Lampedusa.

Agitando lo spauracchio dell’invasione e della minaccia terroristica, l’Italia, che ha dichiarato lo stato di emergenza, chiede l’intervento immediato di pattuglie dell’agenzia Frontex che intercettino le imbarcazioni dei migranti a largo delle coste tunisine. Chiede che si metta all’ordine del giorno della prossima riunione dei ministri dell’interno europei "la crisi nei paesi del Nord Africa e le sue conseguenze sui flussi migratori e la sicurezza in Europa" e il Ministro dell’Interno italiano ha dichiarato che incontrerà presto il suo omologo tunisino per discutere dei rimpatri.

La rete Migreurop si interroga sulle circostanze che hanno permesso in pochi giorni l’arrivo di così tante imbarcazioni in una zona del Mediterraneo, blindata da mesi a seguito degli accordi tra Italia, Libia e Tunisia per il controllo delle frontiere marittime. Chi ha interesse a far pesare la minaccia del caos?

Migreurop chiede:

alle autorità italiane di accogliere e dare protezione ai migranti sbarcati a Lampedusa e, per far fronte alla situazione, di autorizzare l’accesso alle associazioni indipendenti in grado di dare sostegno ai migranti e informarli sui loro diritti;
alle autorità tunisine di ribellarsi al ruolo di "subappaltatore" dei controlli migratori ricoperto da anni dal regime appena caduto, rifiutandosi di stipulare accordi di riammissione che permettano all’Italia di espellere cittadini tunisini;
all’Unione europea di non prendere alcun provvedimento che possa indebolire la democrazia tunisina e, in generale, le aspirazioni delle popolazioni del Nord Africa contro i regimi autoritari, aspirazioni di cui le diplomazie occidentali si sono felicitate. Lungi dal fare paura e dallo scatenare sentimenti di rifiuto, queste aspirazioni devono costituire l’occasione per dar via ad un nuovo corso nelle relazioni tra l’Europa e i suoi vicini del Sud.

Il vento di libertà che soffia dalla Tunisia e, oggi, dall’Egitto dovrebbe essere celebrato con un alleggerimento dei controlli migratori e non con pattugliamenti di Frontex e accordi di riammissione.

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