Accesso negato al centro di detenzione (CIE) di Aluche (Madrid)

Nell’ambito della campagna Open Access Now promossa dalle reti Migreurop e Alternative Europee per chiedere trasparenza sui centri di detenzione per stranieri, una delegazione composta dai parlamentari europei Raül Romeva i Rueda (Verdi/ALE, Iniciativa per Catalunya Verds), Ska Keller (Verdi/ALE, Germania), Ulrike Lunacek (Verdi/ALE, Austria) e Rebecca Harms (Verdi/ALE, Germania), una deputata nazionale (Laia Ortiz, Izquierda Plural/ICV), un deputato regionale (Mauricio Valiente, IU), le associazioni di SOS Razzismo, CEAR e Acsur e diversi organi di stampa (La sexta noticias, Cadena Ser, El País, El Mundo, Europa Press, yDiario.es) ha presentato una richiesta di accesso al CIE Aluche per visitare il centro, incontrare il personale amministrativo e sanitario ed intrattenersi, in maniera confidenziale, con le persone migranti detenute.

La visita da parte di membri del Parlamento europeo, del parlamento spagnolo e di quello di Madrid, accompagnati dalla società civile, era particolarmente pertinente a seguito dell’annuncio del Commissario Malmstrom il 6 dicembre scorso sulla realizzazione nel 2013 di uno studio della Commissione europea sull’applicazione negli Stati membri della direttiva sulle norme e procedure per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.

Il diniego d’accesso e la volontà di limitare la visita esclusivamente a tre deputati europei e un deputato dell’Assemblea di Madrid, è un esempio dell’opacità che circonda il funzionamento dei centri di detenzione, più volte criticata dalle organizzazioni della società civile, ma anche da organismi internazionali e nazionali, come il Mediatore, il Procuratore Generale o il Comitato per la prevenzione della tortura. Questa opacità favorisce la violazione dei diritti delle persone detenute, come è stato più volte dimostrato dalle stesse organizzazioni ed organismi, e rende questi luoghi incompatibili con la democrazia e lo Stato di diritto.

Il discorso dei responsabili del CIE di Aluche continua a ricordare il contesto penitenziario, ignorando il fatto che le persone detenute e private della libertà personale in quel centro lo sono solo per aver commesso un illecito amministrativo.

Nonostante alcuni miglioramenti approntati a seguito di diversi ricorsi, le condizioni nel centro restano deplorevoli.

Pertanto, denunciamo questa chiusura, e lo faremo dinnanzi agli organismi nazionali ed europei preposti alla tutela dei diritti dei cittadini, per chiedere che il governo spagnolo cambi il suo atteggiamento ostruzionistico e spingerlo a garantire immediatamente sia i diritti delle persone detenute nei CIE che il diritto della società civile di monitorare dispositivi che vengono utilizzati in suo nome.

Contatto stampa: contact@migreurop.org