Visti: Disuguaglianze e mobilità a geometrie variabili

Note di Migreurop # 10 - Novembre 2019

Il 2019 è stato segnato dalla crescente influenza – soprattutto mediatica – del movimento no-fly. Nell’agosto del 2019, la decisione della giovane attivista per il clima Greta Thunberg di attraversare l’Atlantico in barca per partecipare a una riunione dell’ONU ha suscitato numerosi commenti e reazioni e ricordato l’epoca delle grandi emigrazioni europee verso il Nuovo Mondo.

Eppure, negli ultimi trent’anni, a centinaia di migliaia di viaggiatori – spesso giovani come l’attivista svedese – è stata negata la possibilità di prendere l’aereo. Ogni anno, queste persone sono costrette ad attraversare mari e continenti in barca e a piedi perché le barriere amministrative e i molteplici controlli gli impediscono di avvicinarsi agli aeroporti. L’accesso ai voli internazionali rimane un privilegio dei ricchi, cui solo questi ultimi possono decidere di rinunciare. Fino agli anni Ottanta, viaggiare in Europa dall’Africa, dal Sud-Est asiatico o dal Medio Oriente non era una tale odissea: bastava il sostegno finanziario dei parenti per acquistare il biglietto aereo che, seppur costoso, non era oneroso come lo sono le tariffe richieste oggi per imbarcarsi su una “carretta del mare” o sul retro di un camion. Le domande di visto di coloro che sono considerati a “rischio di emigrazione” sono sistematicamente respinte e l’obbligo del visto costituisce la principale causa di morte per chi vuole esercitare il proprio diritto ad emigrare.

Per una vera convergenza delle lotte ed una globalizzazione sostenibile ed egualitaria è quindi necessario invertire le dinamiche del traffico aereo: la diminuzione dei voli Nord-Sud rimarrà un’azione eurocentrica se non sarà associata ad un accesso non discriminatorio alle tratte Sud-Nord. Affinché tutti possano scegliere liberamente di partire o restare, dovrebbero esserci visti per tutti o nessun visto, ossia un’esenzione generalizzata dall’obbligo di visto.

[Extrait - Edito]

Collaboratori : Julien Jeandesboz (Université Libre de Bruxelles/ULB), Laure Palun (Anafé), Moustapha Kebe (Remidev), Emmanuel Blanchard (GISTI), Claire Rodier (GISTI, Migreurop), Federica Infantino (Université Libre de Bruxelles).
Carta : Olivier Clochard (Migrinter CNRS)
Fotografia: Melilla, Frontiera Sud Dell’Europa, Aprile 2015, Elsa Tyszler